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Lavoro freelance per studenti F-1 negli Stati Uniti: regole e limiti

Capire se e quando puoi lavorare come freelance con il visto F-1 è fondamentale: regole severe, rischi reali, ma anche opportunità legali se pianificate bene.

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Posso lavorare come freelance con il visto F-1 negli Stati Uniti? Cosa è permesso davvero?

Se sei arrivato negli Stati Uniti con il visto F-1 e ti stai chiedendo se puoi fare il freelance — magari su Upwork, Fiverr, per qualche cliente rimasto in Italia o addirittura lanciando una tua micro-agenzia — è normale. In fondo, un lavoretto flessibile può aiutare sia con le spese che col CV, e spesso lo smart working sembra proprio la soluzione perfetta. Peccato che la legge americana sul lavoro per studenti internazionali sia parecchio rigida e non sempre intuitiva, con regole che cambiano a seconda della fase del tuo percorso universitario. Qui non si scherza: fare la scelta sbagliata può significare perdere il visto, il right to stay, o ritrovarsi con un ban dagli USA per anni. Sì, succede davvero. Vale la pena essere precisi.

Perché così tanti studenti F-1 vogliono lavorare come freelance negli USA?

  • Per la flessibilità: studiare all’estero è stancante e un part-time “classico” spesso cozza con orari e sessioni.
  • Per mantenere clienti già trovati, spesso europei, oppure aiutare la propria startup o tesi imprenditoriale a decollare.
  • Per mettere subito in pratica quello che si studia e arricchire il portfolio, che qui vale tantissimo.

Ma la questione non è solo “puoi o non puoi?”. Dipende dal momento: il regolamento cambia nel corso degli anni e a seconda delle autorizzazioni che ottieni.


Come cambia la possibilità di lavorare da freelance durante il percorso con visto F-1?

1. Primi 12 mesi: posso lavorare da freelance?

No, durante il primo anno accademico con F-1 non puoi lavorare fuori dal campus, nemmeno se i clienti sono all’estero o i soldi arrivano via PayPal dall’Italia. Il divieto è totale: il lavoro consentito è solo quello on-campus (max 20 ore alla settimana) – biblioteca, IT help-desk, caffetteria. Tutto ciò che non passa dal payroll dell’università è off-limits.

2. Si può fare freelance con CPT (Curricular Practical Training)?

Qui la risposta è: solo in casi molto particolari. Il CPT serve a svolgere uno stage o un progetto legato agli studi, integrato ufficialmente nel piano didattico e approvato dal tuo advisor (DSO). In pratica: il 95% delle attività freelance non ci rientra, a meno che tu non abbia un “project-based course” già previsto dal syllabus che ti consente di “lavorare da freelance” in modo strutturato e regolarmente approvato.

Domanda tipica: "Se accetto qualche lavoretto di grafica da remoto mentre mi preparo l’esame, posso farlo col CPT?"

No, a meno che il lavoro non sia parte di un corso/progetto discusso e approvato dal campus.

3. Freelance su OPT: quando è possibile davvero?

È quando ottieni l’EAD (Employment Authorization Document) — tipicamente dopo la laurea — che puoi legalmente lavorare da freelance. Qui puoi:

  • Fare l’independent contractor (modulo 1099), collaborando e fatturando direttamente ai clienti.
  • Fondare una micro-company (LLC, start-up…), se l’attività è attinente al tuo percorso di studi e lavori almeno 20 ore a settimana.
  • Accettare tanti lavori brevi (“gig economy”), sempre precise e documentate.

Molto importante: la tua attività deve essere davvero collegata al tuo major. Esempio: sei laureato in Computer Science e sviluppi app; va bene. Sei specializzata in Biologia e vendi braccialetti handmade su Etsy? No, non vale.

Curiosità sottovalutata: Conserva tutte le prove delle tue attività (contratti, file, screenshot, pagamenti): il sistema americano vuole riscontri.

4. STEM OPT Extension: posso fare freelance nei 24 mesi in più?

Qui la situazione si fa complessa: per ottenere quei 24 mesi di proroga serve un datore di lavoro registrato su E-Verify che compili il modulo I-983. Se sei “solo” freelance o socio unico di te stesso, in genere NON basta. Dovrai quindi cercare un datore di lavoro vero e proprio (anche una startup incubata può andare, basta che rispetti i requisiti formali).


Che differenza c’è tra “independent contractor” e “self-employed” per studenti F-1 su OPT?

  • Independent contractor (modulo 1099): lavori a progetto (grafica, web, traduzioni, ecc.), senza essere assunto.
  • Self-employed business owner: apri una micro-azienda (LLC o simile) collegata al tuo major, con tutti i requisiti legali (licenze, business plan, sito web, ecc.).

In entrambi i casi, il lavoro deve essere regolarmente autorizzato tramite EAD, e devi poter provare l'attività (sì, anche con screenshot e contract digitali se serve).


Quali sono gli errori più comuni che fanno perdere il visto F-1 lavorando da freelance?

  1. Accettare pagamenti (anche minimi, anche da clienti esteri) durante il primo anno senza autorizzazione.
  2. Partire con attività freelance in attesa che arrivi l’EAD (non basta la ricevuta: serve il documento fisico).
  3. Creare una società che non c’entra nulla col tuo corso di laurea sperando che “tanto nessuno controlla”.
  4. Perdere documenti di pagamento, comunicazioni con clienti, ricevute e non poter dimostrare il legame con il proprio major se arriva un controllo.
  5. Superare i 90 giorni di inattività durante l’OPT, credendo che “tanto qualche invoice l’ho mandata”.
  6. Ignorare le regole (piuttosto restrittive) dello STEM OPT extension e ritrovarsi improvvisamente senza diritto di restare.

Che tasse e burocrazia ci sono se lavoro da freelance in USA con F-1?

  • Serve un Social Security Number oppure ITIN (Individual Taxpayer Identification Number) per essere pagato legalmente.
  • Modulo 1099-NEC: se sei freelance e guadagni più di 600$ da un cliente americano, il modulo va compilato/fatto compilare.
  • Tax USA (federale/statale) e “self-employed tax”: spesso c’è da versare contributi ogni trimestre.
  • Dichiarazione anche in Italia: la convenzione fiscale Italia-USA evita la doppia imposizione, ma devi comunque compilare il quadro RW (se hai conti negli USA) e inserire i redditi esteri.

Se non posso lavorare come freelance su F-1, che alternative legali ci sono?

  • Lavoretti on-campus pagati dall’università (bar, desk, lab, biblioteca, IT...).
  • Incubatori universitari: in certi campus puoi essere “assunto” come founder di una startup, con borsa o contratto vero.
  • Severe Economic Hardship: procedura lunga ma prevista per casi documentati di difficoltà (la tua famiglia ha subito un disastro economico? Si può discutere un permesso speciale).
  • Lavorare da remoto fuori dagli USA: se torni a casa fra i semestri, puoi ricominciare a lavorare da freelance per i clienti italiani (tanto sei fuori dal territorio USA: le regole cambiano).

Domande frequenti degli studenti F-1 su lavoro freelance in America

Posso continuare a lavorare come freelance per clienti italiani dal primo anno di università americana?

No. Fino a quando non hai ricevuto l’autorizzazione formale (CPT o EAD), non puoi fare nessun lavoro freelance off-campus, nemmeno se i clienti sono tutti italiani o pagano in euro. L’università è molto chiara su questo.

Ho bisogno di aprire una LLC per lavorare come freelance su OPT?

Non per forza. Puoi lavorare come sole proprietorship oppure, se la tua attività lo richiede, fare una LLC (che offre maggior protezione personale). In ogni caso, il lavoro deve essere collegato al tuo percorso di studi.

Quanti giorni posso restare senza lavoro su OPT?

Massimo 90 giorni, poi rischi la perdita dello status F-1. I giorni partono dalla data in cui l’EAD è attivo. Le attività freelance contano solo se sono ben documentate e legate al major.

Fare freelance su CPT è davvero possibile?

Solo se si tratta di un’esperienza formale e approvata dal tuo DSO, inserita nel tuo piano di studi. In pratica? Capita raramente e serve una documentazione ineccepibile.


In conclusione: il lavoro freelance su F-1 va pianificato con attenzione

Fare il freelance può essere una scelta intelligente per pagarsi parte degli studi, costruire piano piano una carriera, sentirsi più “a casa” nel sistema americano. Ma serve conoscenza delle regole americane e, soprattutto, dialogo continuo con advisor, DSO, e — se vuoi — anche con chi, come noi di Studey, ci è già passato e può raccontarti la realtà senza promesse false.

Hai un dubbio preciso, ti sembra tutto un labirinto o hai paura di sbagliare? Non sei il solo! Scrivici: un confronto con chi c’è passato davvero può evitarti errori che qui hanno un prezzo molto alto. Sii prudente e informato: è la chiave per sfruttare al massimo le occasioni (senza bruciarti il futuro).

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