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English Placement Test negli atenei USA: struttura e punteggi

Scopri cos’è davvero l’English Placement Test nelle università USA, come funziona, quando si svolge e perché può influenzare costi, corsi e tempistiche accademiche.

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Cos’è davvero l’English Placement Test nelle università USA?

Per chi sta per partire per un’università negli Stati Uniti, il famigerato “English Placement Test” (spesso abbreviato in EPT) è uno dei primi nomi che saltano fuori nelle email di ammissione o nella piattaforma studenti. No, non è una copia di IELTS o TOEFL: è un test creato da ogni università per capire quanto sei “pronto” a seguire le lezioni scritte e parlate, e – in base al risultato – decidere dove collocarti nei corsi di inglese (Academic Writing incluso). Sì, il punteggio dell’EPT può fare la differenza tra partire subito col tuo major… o doverti aggiungere uno (o più) corsi extra a pagamento.

Quando si fa l’English Placement Test e come funziona davvero?

In genere, le università statunitensi chiedono agli studenti internazionali di sostenere questo test poco prima dell’inizio dei corsi. A volte si fa online, altre volte direttamente sul campus durante i giorni dell’orientation. Ogni università ha la propria versione—alcuni usano strumenti nazionali (come ACCUPLACER), altri lo costruiscono in casa.
La durata varia parecchio: da un’ora (nei test online a risposta multipla) a mezza giornata nei formati più strutturati, con simulazione di versioni “workshop” che includono anche una prova orale o uno scritto.

Com’è strutturato un English Placement Test negli atenei USA?

Qui non esiste una formula unica, ma i blocchi classici che puoi trovarti davanti sono:

  • Reading comprehension: testi accademici, domande a scelta multipla.
  • Grammar/Linguistic Use: cloze test e quiz su coesione e uso dei tempi.
  • Listening (a volte): brevi audio tratti da lezioni o conversazioni al campus.
  • Essay writing: la richiesta classica è un saggio argomentativo (30-90 minuti), spesso con riferimenti a fonti date.
  • Speaking test (più frequente per dottorandi/teaching assistant): piccola intervista orale, di solito 10-15 minuti.

Esempio concreto: come funziona l’EPT alla University of Illinois Urbana-Champaign (UIUC)?

Alla UIUC, il test si fa in formato “workshop” e dura circa mezza giornata. Si parte con la lettura di un testo accademico, poi si scrive un essay usando anche alcune fonti consigliate (due ore). Se il tuo punteggio TOEFL Speaking è basso, ti chiedono anche un colloquio orale.
Altre università seguono modelli simili, oppure usano il famoso test ACCUPLACER ESL: in quel caso, le sezioni sono multiple (reading, grammar, listening…) e l’essay è valutato separatamente, su scala 1-6.

Che punteggio serve per saltare i corsi extra di inglese in USA? E se faccio male, cosa succede?

Ogni università ha le sue regole, attenzione. In alcuni casi, anche chi ha già superato IELTS o TOEFL può vedersi assegnare uno o più corsi “ESL” (English as a Second Language).

Sistema Range punteggio Inserimento corsi
UIUC EPT Writing Livello 1 → 5 1-2 semestri ESL → esonero
ACCUPLACER ESL 20-120 (per sezione), essay 1-6 Da livello base → college

Ad esempio:
- Ai community college, con un punteggio di almeno 105 (su 120) e un voto di 4 su 6 nell’essay, accedi direttamente ai corsi accademici insieme agli studenti americani, senza corsi extra.
- Se invece il punteggio resta basso (es. sotto 90), ti toccherà un semestre o più di corsi ESL: non è la fine del mondo, ma significa più tempo e spese aggiuntive.

Cosa succede se ho già un punteggio TOEFL alto? Devo comunque fare l’English Placement Test?

Questa è una domanda che ci arriva ogni volta—ed è una di quelle che “fanno arrabbiare”, ma la risposta è: DIPENDE.
In molte università, anche chi arriva con un TOEFL da 95/120 o più viene comunque collocato nei corsi ESL, se nel placement test interno non raggiunge la soglia richiesta. Una delle storie più “vere”: una nostra studentessa di ingegneria a UIUC, con 95/120 al TOEFL, si è trovata iscritta a ESL Writing avanzato; un semestre in più e una bolletta extra da pagare.

Posso saltare il test o ripeterlo se non va bene?

  • In genere non puoi rifiutarti: se richiesto dalla lettera di ammissione, il test è obbligatorio per accedere alle classi.
  • Il retake non è automatico. Alcuni campus permettono di rifarlo solo dopo aver studiato per un certo periodo (es. 4 mesi) e/o pagando una tassa.

Serve prepararsi al Placement Test oppure basta l’inglese della maturità?

Vale la pena prepararsi. Lo scopo non è solo evitare figuracce, ma soprattutto non ritrovarti con corsi ESL inutili.

Ecco cosa ha funzionato davvero per altri studenti (nessuna ricetta miracolosa, promesso):

  • Allena academic writing: segui la struttura tesi-paragrafi-supporto-conclusione, soprattutto per i temi “source-based”.
  • Leggi articoli accademici in inglese: fatti l’abitudine a riassumerli in massimo 150 parole.
  • Se puoi, scarica qualche esempio di ACCUPLACER Writing o controlla se la tua università pubblica vecchi prompt e criteri di valutazione.
  • Non presentarti stanchissimo o appena atterrato: la lucidità conta almeno quanto la grammatica.

Che rischi reali ci sono se “va male” l’English Placement Test?

Non è solo una questione di orgoglio. I rischi principali sono:

  • Ritardo sulla laurea: i corsi ESL spesso sono prerequisiti obbligatori, quindi si rischia di dover aspettare prima di iniziare quelli “veri” del tuo major.
  • Costi aggiuntivi: ogni credito in più può costare da 300 a 800 dollari (a volte anche oltre, soprattutto in università pubbliche di città costose).
  • Effetto “etichetta”: sentirsi “quelli che devono ancora imparare l’inglese” non aiuta. Se il test si fa online prima dell’arrivo fisico, almeno questo impatto lo schivi.

Come evitare errori banali il giorno del test?

Qualche errore lo fanno tutti (anch'io la prima volta!):

  • Dimenticare che nel test non sempre si può usare il dizionario: leggi le istruzioni.
  • Sottovalutare la writing section: serve argomentare e citare bene, non solo evitare errori grammaticali.
  • Fare tutto di corsa post-viaggio, sottovalutando il jet lag.

Cosa controllare subito, prima del Placement Test?

Questa checklist ha salvato più di uno studente:

  • ☑️ Ricevi dall’ateneo il formato preciso del test (section, durata, tools permessi)?
  • ☑️ Hai controllato le date e fatto l’iscrizione (qualcuno chiude le prenotazioni anche 10 giorni prima)?
  • ☑️ Se il test è online: webcam, browser, connessione ok?
  • ☑️ Documento d’identità a portata di mano?

Conclusione: ha senso preoccuparsi? O meglio prepararsi senza ansia?

Il Placement Test non è una trappola, ma un passaggio in cui puoi davvero risparmiare mesi e soldi, semplicemente capendo in anticipo cosa ti aspetta e arrivando lucido.
Se hai dubbi su criteri, esempi, esercizi pratici, o vuoi fare una prova realistica—scrivici. Anche solo parlarne ti evita errori che sembrano piccoli ma possono allungare il percorso.

Domande frequenti sul Placement Test

Posso evitare i corsi extra se ho TOEFL >100?

Dipende dall’ateneo e dal tipo di placement test. Non esiste una regola universale.

C’è sempre una sezione speaking?

No, la speaking serve soprattutto per dottorati, master, teaching assistant. Per undergraduate spesso è solo writing, reading (a volte listening).

Se sbaglio, il test lo rifaccio subito?

Quasi mai. Di solito devi aspettare, o dimostrare miglioramento documentato.

Mi preparate una simulazione?

Sì: molti dei nostri ex-studenti e tutor ci passano ogni anno. Possiamo condividere prompts, criteri, esercizi su misura (ovviamente se vuoi).

Dubbi, ansia o vuoi vedere un esempio del test che affronterai?

Prenota una call gratuita con un nostro ex-studente che il Placement Test l’ha appena fatto sul serio: ti spieghiamo cosa aspettarti senza filtri, ti passiamo risorse, e insieme troviamo un piano per evitare corsi inutili e costi extra.
Meglio chiarire tutto ora che dover rimandare il primo semestre per una firma o un “essay” mancato.

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